L’Etichetta Narrante Slow Food si arricchisce di un racconto ambientale
La collaborazione con la Fondazione Slow Food è iniziata nel 2013 con l’obiettivo di arricchire il progetto di “Etichetta narrante” dei Presìdi Slow Food introducendo la caratterizzazione ambientale delle filiere produttive.
Attraverso la metodologia LCA (Analisi del Ciclo di Vita) è possibile tracciare il profilo ambientale dei prodotti da filiere agroalimentari e zootecniche sulla base di misure certe, ovvero informazioni quantitative che possano contribuire ad avallare il racconto intorno alla sostenibilità delle produzioni.
I risultati emersi dall’applicazione della LCA alle produzioni dei Presìdi sono stati eclatanti. Il calcolo della Carbon Footprint ha rivelato che i prodotti dei Presìdi, oltre al valore aggiunto per i territori d’origine, esprimono chiaramente un livello di compatibilità con le risorse ambientali decisamente migliore rispetto alle produzioni intensive convenzionali. In pratica, il consumo dei prodotti da allevamenti e coltivazioni dei Presìdi è auspicabile non solo per la qualità e il gusto ma anche perché evita una quantità di impatti ambientali che non concede equivoci sulla sostenibilità delle produzioni.
“La nostra collaborazione con Slow Food continua a essere una ricca occasione di crescita e ci auguriamo di aver portato con il nostro lavoro una ulteriore testimonianza significativa che contribuisca a consolidare l’importanza di scelte alimentari più consapevoli e il valore della biodiversità e delle risorse dei nostri territori” (Estratto dal comunicato a cura di Indaco2 pubblicato sul Bilancio Sociale 2014 della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus p.93).
RISULTATI DEL MONITORAGGIO AMBIENTALE DEI PRESIDI SLOW FOOD
La procedure di elaborazione ha previsto una visita in azienda e un’accurata analisi di inventario estesa a tutti i processi del ciclo di vita dei prodotti che includono le coltivazioni, le tecniche di allevamento, le trasformazioni e i confezionamenti. Nel caso di allevamenti, l’analisi ha considerato anche le emissioni biogeniche generate da fermentazioni enteriche e deiezioni degli animali. I dati ottenuti sono stati confrontati con analoghe produzioni di tipo convenzionale a partire da dati di letteratura.
I risultati ottenuti dalle analisi del ciclo di vita sono eclatanti. I valori di Carbon Footprint rilevati per i prodotti dei Presìdi analizzati sono risultati sempre al di sotto rispetto alle analoghe produzioni convenzionali:
– in merito alla carne bovina, per un hamburger di 200g da razza Maremmana o razza Piemontese, le emissioni di gas serra in atmosfera sono pari a 3.2-3.4 kgCO2-eq, il 30% in meno rispetto alla media degli allevamento convenzionale (4.6 kgCO2-eq);
– in merito alla carne suina, per 100g di prosciutto stagionato di Mora Romagnola le emissioni sono 0.75 kgCO2-eq, 16% in meno delle produzioni convenzionali di large white (0.9 kgCO2-eq);
– in tema di formaggi di pecora e di mucca, per una forma di Vastedda da 500g, l’emissione è 2.13 kgCO2-eq, 64% in meno rispetto alla media di un pecorino da allevamenti intensivi convenzionali (6 kgCO2-eq); per una forma di 2 kg di Macagn (3 kgCO2-eq), l’83% in meno (la media da letteratura per formaggi simili è 17.7 kgCO2-eq); per una forma di Caciocavallo Podolico di 18.5 kg (la media da letteratura per formaggi con lavorazioni simili è 20.9 kgCO2-eq) è il 12% in meno;
– in tema di uova, il valore delle emissioni per quattro uova prodotte nell’allevamento avicolo di ovaiole di Cascina Santa Brera (0.52 kgCO2-eq) è circa il 37% in meno di altre produzioni convenzionali (0.82 kgCO2-eq);
– in tema di filiere ortofrutticole, le emissioni generate per la produzione di un kg di mele nel Presìdio di Verner Andersen in Danimarca sono pari a 56 gCO2-eq contro 300 gCO2-eq di una produzione di confronto. Anche l’impatto della produzione di succo di mela (300 gCO2-eq per L in vetro) risulta essere il 75% più basso rispetto ad una produzione convenzionale.
– in tema di olio extra vergine di oliva, la filiera dell’olio Milenario in Spagna genera emissioni pari a 1.51 kgCO2-eq per ogni bottiglia di 0.5L, un valore più basso del 28% rispetto un dato medio di produzioni industriali (2.1 kgCO2-eq).
Questi risultati sono indicativi di una conduzione particolarmente sapiente degli allevamenti e delle colture (incluse quelle dei mangimi per animali) dei Presìdi Slow Food. In tutti i casi, il ricorso a tecniche di coltivazione e allevamento non intensive (con animali gestiti allo stato semi brado e un tempo limitato di stabulazione fissa) prevede una serie di buone pratiche per la mitigazione degli impatti che contribuiscono a caratterizzare ulteriormente la qualità dei prodotti.
PARTECIPAZIONE A EVENTI E PRESENTAZIONI
I risultati dell’attività di valorizzazione ambientale dei Presìdi Slow Food a cura di Indaco2 sono stati esposti in varie occasioni tra le quali:
– Salone del Gusto / Terra Madre. “Qual è l’impronta ecologica degli allevamenti dei Presìdi?”, Torino 23/10/2014;
– Slow Food Theatre, Expo Milano 2015. “Qual è l’impronta ambientale degli allevamenti dei Presìdi”, Milano 01/07/2015;
– Slow Cheese. “Tracciare l’intera filiera produttiva in termini di impronta ambientale: l’etichetta narrante dei Presìdi si arricchisce di un nuovo racconto”, Bra 18/09/2015;
– RuminOmics Regional Workshop. “From Farm to fork: the hidden impact of breeding systems through a life cycle perspective”. PTP Science Park, Lodi, 5/10/2015;
– International conference LCA for feeding the planet and energy for life. “Sustainability in breeding farms: the case of the Maremmana beef”. Stresa, 06-07/10/2015;
– “Geo&Geo” – RaiTre, 7/10/2015;
– Workshop CLIMAPP: Sistemi pastorali appenninici: sostenibilità ambientale ed adattamento ai cambiamenti climatici. “Analisi dell’impatto delle filiere di allevamenti convenzionali vs quelli estensivi”. UNICAM, Camerino, 19/04/2016;
– X Convegno della Rete Italiana LCA 2016 “Life Cycle Thinking, sostenibilità ed economia circolare”. “Valorizzazione ambientale e socio-economica del Caciocavallo Podolico Lucano”. Ravenna 23-24/06/2016;
– “Indovina chi viene a cena – anteprima Report” – RaiTre, 5/06/2017;
“Fondazione Slow Food sottolinea da sempre l’importanza di una comunicazione trasparente sulle etichette dei prodotti alimentari affinché i consumatori, informati correttamente sulla qualità e salubrità degli alimenti che consumano e sulla tracciabilità dei prodotti, possano fare scelte consapevoli” /“The Slow Food Foundation has always emphasized the importance of transparency in food labelling so consumers can be properly informed on the quality, wholesomeness and traceability of the foods they consume. This enables them to make informed choices”.